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Falce, svastica e martello. Come Stalin s'invaghì di Hitler (e cominciò con lui la guerra)
Descrizione
Stalin non voleva crederci, era furioso e incredulo:«Deve esserci un errore, per carità non rispondete al fuoco e chiamatemi Berlino». Poi si accasciò in uno stato catatonico. Lo avvertirono che non si trattava di un equivoco: era l'invasione che tanti gli avevano prospettato. «Ma perché?» Ripeteva «Che cosa gli abbiamo fatto di male?». Era l'agosto del 1941. Due anni prima, proprio nell'agosto del 1939, Terzo Reich e Unione Sovietica avevano deciso di cominciare insieme e dalla stessa parte la Seconda guerra mondiale che Hitler non avrebbe potuto scatenare se non fosse stato coperto sul fronte orientale. Stalin disse: «Questa guerra non sarà una guerra di comunisti contro nazisti, ma la grande guerra patriottica del popolo russo. Riaprite le chiese, chiamate il popolo all'unità nazionale, combattiamo e vinciamo questa guerra patriottica». Era una catastrofe totalmente annunciata dalla grande spia sovietica Sorge che a Tokyo leggeva nell'ambasciata tedesca i preparativi per l'Operazione Barbarossa. «Fate in modo che quel Sorge la smetta con le sue provocazioni e azioni di sabotaggio» aveva detto Stalin. Sorge fu arrestato dalla polizia giapponese e prontamente impiccato.
Dettagli
Edizione: | 0 |
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Categoria: | storia |
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Volumi: | 0 |
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Pagine: | 0 |
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Collana: | Zygmunt |
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Data Pubblicazione: | - |
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Lingua: | Ita |
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ISBN: | 9788893233460 |
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