Descrizione

La democrazia sembra corrotta dalla "mitocrazia", il potere onnipresente di storie e miti veicolati da mass media di ogni tipo. Ma il racconto ha una sua potenza intrinseca che occorre saper cogliere e valorizzare evitando il rischio di rimanerne succubi. Occorre quindi cogliere la potenza emancipatrice del racconto, la mitocrazia, dotandosi di una teoria del soft power che l'autore radica sulla base degli studi di Spinoza, Tarde e Faucault. Un compito che ha un immediato risvolto sociale perché il libro invita a dotarsi di un immaginario politico, nuovi compiti, nuovi modi di intervento e nuovi stili della parola. Un libro che racchiude in sé la filosofia politica, l'antropologia, la teoria letteraria, discutendo di Eschilo, Diderot e Sun Ra. Ma anche del collettivo Wu Ming che cura una ricca introduzione con un saggio che farà certamente discutere il mondo accademico e la comunità del libro.

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