Descrizione

Questo saggio spiega perchè per produrre una cultura, che duri, è necessaria la memoria, ma anche l'oblìo, che fa spazio alla visione dell'altro. Questo studio vuol evidenziare quanto memoria e oblio giochino entrambi un ruolo decisivo nella costruzione della cultura, nella sua conservazione e trasmissione. il libro è diviso in due parti: la prima, di carattere più teorico, mostra i quadri di riferimento propri della mitologia, di una "scienza di ciò che non c'è", che tocca gli estremi dell'arte e della fede, dell'ideologia e della passione; la seconda delinea il profilo di un incontro etnografico piuttosto inusuale, sia per la scelta del campo, sia per il tipo d'approccio storico, etnologico e filosofico, che propone i drammi delle dittature, ma anche la grande poesia di Paul Celan.

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