Descrizione

Vittorio, intellettuale cinquantenne, critico letterario, uomo curioso e rigoroso, muore in pochi mesi: un tumore al cervello gli mangia la parola, la libertà, il corpo. Un ragazzo – ha ventitré anni quando conosce Vittorio, ventisette quando Vittorio muore – scrive tutto ciò che ne ricorda. Il ragazzo è diventato, non per obbligo scolastico ma per elezione, l’allievo di Vittorio: quasi il suo figlio adottivo. E la morte del padre adottivo fa coagulare nel ragazzo le sostanze più preziose e ricche dell’insegnamento ricevuto: la libertà, la passione argomentativa, la disponibilità, il sentimento di essere – in quanto, a prescindere dalle origini familiari, degli eletti – custodi di un bene. Ma la storia privatissima è anche un capitolo della storia d’Italia. Un’Italia che muore senza riuscire a lasciare ai propri ragazzi, ai propri figli, un’eredità precisa, un’educazione al meticoloso lavoro del pensiero, un gusto per la bellezza, un desiderio di nitidezza, una capacità di dire sì e dire no.

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