Descrizione

Il volume è pubblicato in occasione della mostra archeologica dedicata al marmo di Luni, allestita presso il Palazzo Reale di Genova dal 18 maggio al 29 settembre 2024. Il marmo di Luni, estratto dalle cave apuane che in epoca romana rientravano nel territorio della colonia di Luna (questo il nome antico della città), era un materiale prezioso largamente utilizzato a Roma - che se ne serviva per essere all'altezza del suo ruolo di capitale dell'impero - e in numerose città della penisola italiana e del Mediterraneo occidentale che volevano emularla. La mostra percorre, attraverso vari focus, l'intero ciclo di vita che caratterizzava il marmo lunense, al centro di un intreccio di storie di commerci, arte e politica legata al mare: dall'illustrazione dei vari tipi di marmi apuani alla ricostruzione di come avvenivano i carichi per il trasporto del materiale grazie a navi speciali chiamate "lapidarie" e degli itinerari delle rotte commerciali che toccavano destinazioni anche in Spagna e in Francia. Uno spazio particolare è poi dedicato alle due città che in qualche modo hanno fatto la "fortuna" di questo marmo: Luna e Roma. Della prima si offre la descrizione del contesto ambientale, con il porto oggi interrato ma all'epoca molto vivace, i principali edifici pubblici e alcune testimonianze dell'alto livello raggiunto dall'artigianato locale. Fondamentale invece per quanto riguarda la capitale dell'Impero la figura di Ottaviano Augusto: è infatti a partire dalla sua ascesa al potere che Roma diventa un acquirente privilegiato del prezioso marmo di Luni, facendone strumento di propaganda. Basti pensare che monumenti quali l'Ara Pacis e la Colonna Traiana furono costruiti servendosi proprio di questo materiale, che veniva usato ampiamente nella produzione artistica romana più rappresentativa.

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