Descrizione

Senza rinunciare alla sua profonda “pisanità”, l’autore rivela le sue emozioni di fronte ad una città che per lungo tempo gli era rimasta estranea. Molti gli aneddoti personalmente vissuti in occasione di un’esperienza di lavoro giornalistico lunga quattro anni, ricca la galleria di personaggi e di cose livornesi, del presente e del passato, direttamente conosciute: il calciatore Gimona e lo storico Diaz, il vescovo Ablondi e l’ortopedico Cesari, la maîtresse di via dei Lavatoi e i panini di Giovanni, i cavalli del “Caprilli” e il mitico cane Buo di ‘Ulo.

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