Descrizione

L'ultimo aborigeno australiano, nudo e scalzo, sta ancora inseguendo un canguro per cibarsene dopo averlo ben bene arrostito su un barbecue primordiale, che l'ipernutrito, ipervestito e ipertecnologico rappresentante della civiltà occidentale, porta il micetto dal veterinario in un cestino foderato di gommapiuma; seppellisce il cagnaccio morto di vecchiaia in un cimitero con tanto di tappeto inglese e di fiori. Di fronte alle storture e deviazioni di un eccesso di ricchezza e di imbecillità collettivo e pernicioso, fortunatamente ci sono ancora gli animali selvatici che ricordano all'uomo del Terzo Millennio (o del settimo milione di anni, che forse è più giusto), che la natura ha una propria ancestrale dignità, che si affida a regole diverse ancorché più severe e fortunatamente "disumane"; in sostanza che "la pensa diversamente".

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