Descrizione

Dalla "premessa" di Roberto Latini: «Penso a Nnord come a uno spettacolo "fermo". Che ha il tempo di un solo attimo. Tutti gli attimi necessari perché lo si possa percepire contemporaneamente. Questo mi piacerebbe. Come se fosse fermo intorno. Circolarmente. Costruito in quadri indipendenti, eppure collegati, in scene numerate come dentro a una sequenza, una serialità, lo spettacolo è la reiterazione di uno stato, dei molti stati che possono essere nel concetto di "normale". Nel significato di una condizione mentale, sociale, politica, economica, quasi antropologica, come se avesse davvero un valore essere a Nord, essere il Nord, profondamente. Sentirsi nord. È una disposizione che torna a se stessa. Un punto di vista che si riguarda, che somiglia a sé, all'altro, agli altri, noi, me, per come sono, penso, siamo. Nelle differenze rispetto alla sensazione del già visto, già vissuto. Appena poco fa. Qui accanto. Insieme. Proprio lì davanti. Fuori dalla finestra di casa. Da qui, da dove sono, ho provato a ricordarmi delle cose che vedo, non di guardarle. Non descriverle. Come se il teatro fosse una sorta di diario collettivo, rischiando la malinconia del déjà vu, gli occhi combattono il difetto di un panorama conosciuto, impoverito dall'abitudine che si trasforma in vizio.”

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